Universitaria alla sua prima esperienza

Ero arrivata da poco a Genova, io sarda, emigrata per motivi di studio in una città di cui conoscevo poco e niente.

Dovevo seguire un corso di giornalismo all’Università, due anni di studio in totale solitudine. Fu proprio lì, all’Università di Genova che la incontrai.

Era alta, capelli nero corvino, occhi azzurri, in apparenza sembrava la classica ragazza femminile che piace tanto ai ragazzi. Io, ero molto diversa da lei, non che non piacessi, ma sicuramente non sembravo una modella come lei. Aveva un corpo da favola: quarta di seno, occhioni belli e grandi, gambe lunghe.

Ogni giorno frequentavamo ben sei ore di lezione assieme, era inevitabile conoscerci. Fidanzata da 10 anni lei con un ragazzo altrettanto bello e da copertina, era fondamentalmente annoiatissima nella sua relazione.

Mi disse che era bisessuale, io stentavo a crederci. Non che avessi grande esperienza in fatto di omosessualità femminile, ma le uniche ragazze gay che avevo conosciuto erano tutte molto più maschili di lei.

Un giorno mi raccontò che lei aveva già fatto sesso con una donna, più di una volta. Aveva un’amica carissima con la quale faceva sesso ogni tanto, ma che ora era partita. Mi disse: – dovrei sostituirla, ti offri?-

Io la guardai scioccata, ma sicuramente nel mio sguardo lei lesse un interessamento perché così, senza avvertirmi, si avvicinò e mi baciò. Poi rise e continuò a parlare d’altro come se niente fosse.

Era una maledetta stronza e ci sapeva fare! Iniziai a sognarla, a pensarci, a desiderarla. E ancora una volta fu lei a sbloccare la situazione: mi invitò a casa sua a studiare.

Lo sapevo dentro di me che non voleva solo studiare, sapevo che non ne sarei uscita uguale da quella casa. Ma andai. Non mi diede nemmeno il tempo di aprire la porta.

Mi bloccò appena mi vide: mi attaccò alla porta e mi baciò con passione, giocò con la mia lingua per un tempo infinito e nel frattempo mi toccava ovunque.

Mi abbassò lì, così, i jeans, e mi penetrò con due dita immediatamente. Ero già un lago. Iniziò a scoparmi così, sulla porta dell’ingresso, con ancora la giacca addosso e i pantaloni abbassati, spingendomi con violenza contro la porta. Mi stava facendo uscire di testa.

Mi disse: – andiamo-. Mi portò in camera e allora iniziai anche io a spogliarla. Avevo capito come si faceva, era intuitivo, facile, come se l’avessi sempre saputo.

Iniziai a baciarla ovunque e a strusciarmi con il mio clitoride sulle sue gambe. La volevo, la desideravo. Era stupenda, nuda, abbandonata su quel letto.

Iniziai a scoparla anche io con le dita, prima due, poi tutta la mano. Urlava da quanto godeva, ed io con lei. Facemmo un 69 formidabile, non ero mai stata leccata così in vita mia. Fu un pomeriggio indimenticabile: il primo di tanti altri.

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