
Laura compagna di liceo a Rimini
Passeggiavo con Laura, mia compagna di liceo, nel Corso d’Augusto, una delle vie centrali storiche di Rimini. Eravamo nei pressi del Ponte di Tiberio, altro celebre monumento, quando sentii una strana sensazione, un forte brivido lungo la schiena.
Laura mi chiese se stavo bene, le risposi che sentivo dolore alle gambe. Visto che eravamo vicine a casa sua, mi offri la sua ospitalità, ed accettai di buon grado, era tutto il pomeriggio che non ero a posto. Entrammo, nessuno in casa, ed salimmo al piano di sopra, dove c’era la stanza di Laura.
In un attimo mi sfilò i pantaloni della tuta, e mi fece coricare nel suo letto. Mi sentivo bruciare, mi sembrava di avere la febbre a 40°, Laura se ne accorse, e prontamente prese un termometro dal bagno, insieme ad una strana pomata. Sollevò le coperte e mi tolse anche le mutandine, dicendomi che avevo sicuramente la febbre alta, e che mi avrebbe preso la temperatura rettale, sarebbe stato sufficiente togliere mezzo grado.
Protestai debolmente, ma in un secondo sentii il dito di Laura ispezionarmi il culetto, dicendomi che apriva la strada al termometro. Le risposi che lo strumento era piccolo, che non c’era bisogno, e mi replicò di non preoccuparmi. Avvertii appena il termometro in culo, mentre non altrettanto le mani di Laura; la sinistra mi stringeva le chiappette, mentre la destra era piantata tra le mie gambe, e sfregava la mia fighetta.
Avrei voluto urlarle 4 parolacce, ma incredibilmente tacqui, perché stavo godendo di brutto delle sue attenzioni. Tolse il termometro, 39 e 6, Laura prese le supposte di tachipirina ed allargandomi nuovamente le natiche, infilò il medicinale nel culetto, e vidi che armeggiava in un cassetto.
Riconobbi la sagoma di un plug anale, le dissi se era scema, lei mi mollò uno schiaffone sul culo, ed approfittando del mio momento di disorientamento, me lo ficcò dentro completamente. Cazzo, che dolore forte, mi aveva rotto in culo in un secondo.
Piansi, il bruciore era forte, e lei iniziò in tutta risposta a leccarmi la figa, muovendo lentamente il plug nel mio culetto. Non volevo, sapevo delle voci sulle tendenze lesbiche di Laura, ma non ci credevo, invece era tutto vero.
Era una troia, la sua lingua mi penetrava dappertutto, i suoi denti delicatamente martoriavano il mio clitoride, con piccoli morsettini rivolti alla mia carne più tenera.
Febbre, libidine, godimento, dolore, tutto si alternava nella mia mente, regalandomi emozioni dai connotati diametralmente opposti.
Sentii l’orgasmo salire, e feci appena in tempo a veder accomodare Laura nel letto, che portò la sua fregna fradicia verso le mie labbra, chiedendomi se riuscivo a baciarla.
Non risposi, iniziai a leccare avidamente la sua figa, avevo anch’io voglia di lei, e dopo un solo minuto toccammo l’orgasmo in contemporanea, che ci lasciò abbracciate nella posizione del 69 senza forze.
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