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Incontro lesbo in maschera a Genova

Incontro lesbo a Genova inaspettato…

Per quella sera le avevano invitate ad una festa in maschera vicino Viale Africa, a pochi chilometri dal porto di Genova, organizzata per festeggiare l’apertura del Carnevale.

Attratte l’una dal vestito dell’altra, non c’era stata nemmeno la necessità di vedersi a volto scoperto: qualcosa tra loro suonava, una speciale elettricità le attraeva una l’una verso l’altra.

Si erano ritrovate nell’antibagno, davanti al banco con i lavandini e a un grande specchio, tutte e due intente ad incipriarsi il naso.

“Mi piace il tuo vestito” aveva detto Anna,

“Se me lo tolgo ti piacerà di più” aveva risposto Susanna.

Quelle frasi furono il loro primo contatto. Per quanto potesse sembrare assurdo, Anna si sentì intrigata dall’imprudente risposta dell’altra donna e decise di raccogliere la provocazione abbassando le bretelle che le assicuravano il vestito alle spalle, facendolo scivolare sui fianchi, e poi lungo le cosce, fino a ritrovarsi completamente nuda.

Susanna avvicinò la mano ai piccoli capezzoli turgidi che si erano così rivelati, accarezzandoli con fare infantile.

“Ora tocca a te” disse Anna.

“Se ti regalo un fiore, dovrai chinarti a berne la rugiada” rispose l’altra sollevandosi la gonna con fare impudico.

Accondiscendentemente Anna si inginocchiò, portando il viso tra le gambe della compagna. Le consistenze di quella carne morbida e umida la eccitarono, invogliandola a leccare quel fiore con più vigore bevendone ogni succo.

Soddisfatta, poi, risalì la figura snella di Susanna fino a raggiungerle la bocca e, senza concederle altri baci, le sfiorò le labbra bagnandole dei suoi stessi umori.

Eccitata, Susanna raccolse il rimmel che aveva poggiato sul lavandino rifacendosi il trucco, e lo fece scorrere lentamente sul ventre dell’amica, fino a farlo scivolare sempre più in basso.

Anna immobile la lasciava fare, mentre sentiva il freddo della plastica dischiudere le piccole labbra che proteggevano l’ingresso della sua vagina.

Susanna sapientemente attese, accarezzando con quel piccolo fallo improvvisato la piccola apertura stellata nascosta tra le natiche, quel tanto da aumentare ancora un po’ l’eccitazione, preparandolo ad accogliere la sua collana di perle.

Sfilandosela dal collo, delicatamente infilò le piccole sfere perlacee all’interno dell’apertura contratta una ad una, lasciando parte della collana fuori, come fosse una coda.

Piena e sempre più eccitata, Anna ansimava, mentre l’amica affondava con la plastica nella sua intimità, alternando l’azione delle sue dita affusolate.

Stremata dalla sapiente stimolazione, Anna venne contraendo tutti i suoi muscoli intorno alla collana e alla mano della compagna.

Quella fu la prima e l’unica volta che si videro, e non conobbero altro che un viso mascherato e l’intimo sapore dell’altra, ma nessuna delle due pensò di rinunciare ai piaceri travolgenti appena scoperti.

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