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La guida turistica lesbo di Bologna

Avevo appena iniziato a frequentare l’ambiente gay quando conobbi Eloise: lei era alta, con una corporatura maschile e i capelli corti pettinati con la gelatina; la trovai subito bellissima ed intrigante.

Lei però non si era nemmeno accorta della mia esistenza perciò decisi di fare in modo che potesse farlo: lei lavorava come guida turistica perciò più volte alla settimana mi facevo il tour di Piazza Maggiore, Piazza Sette Chiese e così via, sfruttando il fatto di essere una studentessa fuori sede che ancora non conosceva a fondo la città.

Lei, come ho già detto, era bellissima, ma terribilmente distratta: non guardava nessuno e trattava tutti con la stessa gentilezza; si accorse del fatto che fossi un viso noto solo alla quarta settimana, quando stavo ormai per rassegnarmi pensando di non interessarle per niente.

Invece, una mattina, durante una breve pausa in via Zamboni mentre tutti si prendevano il caffè e io ero rimasta da una parte a guardarla con discrezione, mi si avvicinò:

“Ciao: sbaglio o vieni spesso a seguire il mio tour?”

“Piacere, io sono Eloise. Tu come ti chiami?”

Io ero rimasta talmente tanto stupita che i miei occhi strabuzzarono e ovviamente il mio cervello si inceppò impedendomi di formulare un pensiero corretto al primo tentativo:

“Scusami…oggi non so proprio dove ho la testa: stavo cercando di dirti che mi chiamo Monica e vengo da Urbino, per questo vengo a fare i tour turistici.”

Ero diventata rossa e lo sentivo ma lei sorrise in modo rassicurante; parlammo ancora un po’prima che riprendesse il suo lavoro, ma prima che lo facesse mi lasciò un bigliettino con sopra scritto il suo numero di telefono: il mio cuore fece un balzo e sul mio viso si stampò un sorriso smagliante: non solo non ero più costretta a farmi kilometri e kilometri a piedi per girare Bologna ma finalmente avrei potuto frequentarla in modo diretto.

Fu così che una sera, spronata da un mio amico, la chiamai e lei sembrò felice del fatto che l’avessi fatto; la invitai a venire al cinema (il mio primo incontro a Bologna) con me la sera stessa e lei accettò. Fu così che prima cenammo assieme e poi guardammo il film.

La sua voce era calda e suadente, qualsiasi cosa dicesse era estremamente interessante anche perchè parlava sempre con cognizione di causa.

Ricordo che ad un certo punto fui io ad essermi distratta mentre guardavo la fontana di Nettuno e raccontavo un episodio della mia vita, quando all’improvviso sentii le sue labbra posarsi sulle mie: la primissima reazione fu di sorpresa, ma poi mi persi in quel bacio con quella ragazza che non aveva pari nella mia memoria.

Avevamo voglia l’una dell’altra e nessuna delle due aveva voglia di attendere, così facemmo l’amore nella mia macchina, quella prima volta, quando mi fece scoprire il perchè si dice che chi prova una donna, poi non torna dagli uomini.

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