Sono Rossana e sono una donna di Bologna che ama lanciarsi nelle esperienze sessuali più piccanti del mondo. D’altronde non amo la monotonia soprattutto per quel che concerne i rapporti sessuali in quanto ritengo fondamentale l’appagamento grazie a rapporti particolari. E così posso dire di averne vissute di tutti i colori proprio perché ritengo il piacere sessuale qualcosa di essenziale. Senza dimenticare che ci sono tantissime possibilità piccanti in una meravigliosa città come Bologna.
Read More›Sono una donna di 33 anni e vivo a Milano, una città che mai avrei pensato essere così ricca di lesbiche. Mi piacciono le donne ma negli ultimi tempi mi sono resa conto che non è semplice trovare coloro che abbiano voglia di incontri piccanti. Ecco perché dopo aver provato alcuni siti web che si sono rivelati non adatti alle mie esigenze, ho deciso di lasciar perdere. E così per caso mi sono imbattuta in una serata che mi ha letteralmente aperto gli occhi.
Read More›Quando il nostro titolare presentò Grazia come nuova responsabile del marketing, tutti gli uomini facenti parte dell’organico della società nella quale lavoro, le lanciarono sguardi pieni di bramosia.
Effetto motivato dalla bellezza di questa giovane donna che emanava sensualità da ogni poro.
Per quanto riguardava il mio essere donna, il mio interesse continuava ad essere rivolto ovviamente agli uomini e quindi era refrattario nei confronti della bella Grazia.
Non avrei mai pensato di vivere un’esperienza talmente focosa e piacevole da farmi cambiare radicalmente il mio modo di essere e vivere.
Voglio dirti subito una cosa: io pensavo di essere etero finché lei, la mia prima avventura lesbica a Lecce, mi fece sperimentare delle emozioni incredibili che riuscirono a farmi capire chi fossi veramente e cosa stessi cercando in un rapporto.
Ma procediamo con ordine: io sono una donna sui quarant’anni che, per diversi motivi, ha deciso di mettere al primo posto la carriera lavorativa rispetto alla creazione di una mia famiglia personale.
Questo non vuole assolutamente dire che io non mi sia mai concessa a un uomo ma, al contrario, ebbi diverse relazioni, alcune lunghe mentre altre abbastanza brevi, nelle quali mi accorsi però di non essere sempre felice.
Per questo focalizzai la mia attenzione verso l’ambito lavorativo che, al contrario, mi diede, continuando pure oggi, delle soddisfazioni incredibile.
Incontrai Simona, ovvero la lei della mia prima avventura lesbica a Lecce durante un viaggio di lavoro durante il quale ebbi a che fare con una manager in carriera grazie alla quale si prospettava un accordo vantaggioso per la mia azienda.
Ho vissuto la mia prima esperienza lesbo all’età di 30 anni, in modo totalmente inaspettato.
Ero sempre stata fidanzata con ragazzi, relazioni lunghe e intense, mi piace stare con loro.
Ma un giorno è cambiato tutto. Frequentavo la palestra che si trova nella zona storica di Torino, un luogo tranquillo, appartato, dove vivevo i miei break dal lavoro.
Read More›All’epoca della mia prima esperienza lesbo avevo 21 anni e frequentavo la facoltà di lettere di Torino, la città nella quale ero nata e cresciuta e dalla quale mai mi sarei voluta allontanare.
Nel pomeriggio andavo sempre a studiare a casa della mia collega Angelica che, a dispetto del nome, era tutto fuorchè Angelica.
Lei era più precisa di me e mi aiutava notevolmente a preparare ogni esame: in avvicinamento di una scadenza ci vedevamo praticamente ogni sera e per ore e ore ripetevamo senza sosta.
Su SheLove incontri lesbo a Torino
In una di queste serate, a pochi giorni dalla data in cui era previsto l’esame, ad un certo punto lei disse che poteva bastare, che non ne poteva più e che si sarebbe fatta una birra.
Anche io ero stanca e avevo voglia di rilassarmi, così la guardai andare verso il frigorifero, avvolta nel suo maglione grigio perla con i boccoli biondi che ondeggiavano sinuosi: ” E’ proprio bella” pensai ” Chissà perchè non ha ancora un fidanzato”.
Devo però aver fatto un’espressione di qualche tipo perchè nel momento in cui lei sbucò con le due birre ghiacciate in mano, con espressione furba mi chiese perchè avessi quella faccia: -” Chi? Io?”- chiesi cadendo dalle nuvole -” Quale faccia?”-.
Lei però fece cadere il discorso e parlammo di altro, di viaggi, di moto, di avventure in genere, anche sessuali. Mi chiese se fossi mai stata a letto con una donna e io, sorpresa, mi misi a ridere rispondendo in modo negativo: -” Ti fa tanto ridere la cosa?”- Continuò lei avvicinandosi sempre di più al mio viso: non ebbi nemmeno il tempo di realizzare quello che stava succedendo che mi ritrovai con gli occhi chiusi a far vorticare le nostre lingue in un ballo improvvisato ma dagli effetti sconvolgenti.
Le mani cominciarono ad esplorare il corpo dell’una e dell’altra con smania, i corpi stessi si attraevano: ci rotolammo sul letto senza dire una parola e io mi persi in quegli occhi dolcissimi che mi guardavano con amore.
Non c’era bisogno di dire alcunchè, il nostro istinto ci guidava in modo da dare piacere l’una all’altra: le mie mani accarezzavano i suoi seni, percorrevano la linea dei suoi fianchi, si soffermavano sui suoi glutei ed infine, guidate dal calore, si insinuavano all’interno della sua apertura.
Lei lanciava gemiti di piacere ogni volta che lo facevo e subito dopo riprendeva a baciarmi appassionatamente il collo e ad infilare le sue dita fino in fondo, facendomi urlare dal piacere: quando sentii la sua lingua a contatto col mio clitoride, mi bastò poco perchè esplodessi in un forte orgasmo, bagnandole tutta la faccia con i miei umori.
Lei sorrise, e venne a sdraiarsi insieme a me, in quel letto che divenne la base di numerosi incontri di quel tipo in seguito.
Avevo appena iniziato a frequentare l’ambiente gay quando conobbi Eloise: lei era alta, con una corporatura maschile e i capelli corti pettinati con la gelatina; la trovai subito bellissima ed intrigante.
Lei però non si era nemmeno accorta della mia esistenza perciò decisi di fare in modo che potesse farlo: lei lavorava come guida turistica perciò più volte alla settimana mi facevo il tour di Piazza Maggiore, Piazza Sette Chiese e così via, sfruttando il fatto di essere una studentessa fuori sede che ancora non conosceva a fondo la città.
Lei, come ho già detto, era bellissima, ma terribilmente distratta: non guardava nessuno e trattava tutti con la stessa gentilezza; si accorse del fatto che fossi un viso noto solo alla quarta settimana, quando stavo ormai per rassegnarmi pensando di non interessarle per niente.
Invece, una mattina, durante una breve pausa in via Zamboni mentre tutti si prendevano il caffè e io ero rimasta da una parte a guardarla con discrezione, mi si avvicinò:
“Ciao: sbaglio o vieni spesso a seguire il mio tour?”
“Piacere, io sono Eloise. Tu come ti chiami?”
Io ero rimasta talmente tanto stupita che i miei occhi strabuzzarono e ovviamente il mio cervello si inceppò impedendomi di formulare un pensiero corretto al primo tentativo:
“Scusami…oggi non so proprio dove ho la testa: stavo cercando di dirti che mi chiamo Monica e vengo da Urbino, per questo vengo a fare i tour turistici.”
Ero diventata rossa e lo sentivo ma lei sorrise in modo rassicurante; parlammo ancora un po’prima che riprendesse il suo lavoro, ma prima che lo facesse mi lasciò un bigliettino con sopra scritto il suo numero di telefono: il mio cuore fece un balzo e sul mio viso si stampò un sorriso smagliante: non solo non ero più costretta a farmi kilometri e kilometri a piedi per girare Bologna ma finalmente avrei potuto frequentarla in modo diretto.
Fu così che una sera, spronata da un mio amico, la chiamai e lei sembrò felice del fatto che l’avessi fatto; la invitai a venire al cinema (il mio primo incontro a Bologna) con me la sera stessa e lei accettò. Fu così che prima cenammo assieme e poi guardammo il film.
La sua voce era calda e suadente, qualsiasi cosa dicesse era estremamente interessante anche perchè parlava sempre con cognizione di causa.
Ricordo che ad un certo punto fui io ad essermi distratta mentre guardavo la fontana di Nettuno e raccontavo un episodio della mia vita, quando all’improvviso sentii le sue labbra posarsi sulle mie: la primissima reazione fu di sorpresa, ma poi mi persi in quel bacio con quella ragazza che non aveva pari nella mia memoria.
Avevamo voglia l’una dell’altra e nessuna delle due aveva voglia di attendere, così facemmo l’amore nella mia macchina, quella prima volta, quando mi fece scoprire il perchè si dice che chi prova una donna, poi non torna dagli uomini.
Doveva essere il solito viaggetto di lavoro, ed ero già annoiata dall’idea di rimanere ad Imperia tre giorni.
Arrivo nell’albergo pagato dalla mia azienda e mi accomodo in camera. Dopo essermi fatta una doccia e messa comoda sul letto, dal telefono in camera ordino qualcosa da mangiare.
Dopo venti minuti bussano alla porta. Apro e una bella cameriera mi offre la cena. Mi colpisce subito. Biondina, non molto alta, il seno piccolo.
Sarà stata la mia identità sessuale, ma l’avrei invitata volentieri a passare qualche ora con me. Entro dentro e mi metto a mangiare, ed intanto inizio a fantasticare sulla cameriera biondina.
Sento che l’eccitazione sale e sfiorandomi con le mani, mi accorgo che la mia amichetta è completamente bagnata. Mi metto a letto e non riesco a non pensarci, così inizio a masturbarmi infilando subito tre dita mentre con l’altra mano stuzzico il clitoride.
Mi lascio andare e non mi rendo conto che i miei gemiti sono un po troppo alti. Ad un tratto bussano alla porta, presa dal momento vado ad aprire indossando solo l’intimo. E’ la cameriera biondina.
Mi chiede se va tutto bene, mentre il suo sguardo si ferma sulle mie mutandine bagnate. Cerco di tranquillizzarla e che mi sono solo lasciata andare.
Mantenendo lo sguardo fisso sulle mie mutandine, fa un passo avanti e chiude la porta. Mi afferra e mi metto contro il muro ed inizia a baciarmi.
Sento la vagina bagnata come non mai. In un attimo mi slaccia il reggiseno e inizia selvaggiamente a stuzzicarmi i capezzoli. Le tolgo la giacchetta e le sbottono la camicia.
Ma è lei a dominare il gioco, scaraventandomi sul letto. Si spoglia anche lei, rimanendo solo con le mutandine.
Mi sfila le mutandine che ormai erano inzuppate dei miei umori e inizia a penetrarmi con tre dita della mano, mentre con la lingua mi lecca avidamente il clitoride. L’eccitazione sale al massimo, grido di continuare e di andare più forte.
Senza esitazione mi infila un altro dito dentro. Il clitoride è zuppo della sua saliva, mentre io mi muovevo come un’assatanata sotto i suoi colpi fino a squirtare.
Lei non si sposta, anzi si lascia squirtare in faccia e sul seno. Ci baciamo e lecchiamo il mio nettare. Prima di andare via, si siede a gambe aperte sul tavolino e mi chiede di masturbarla. Vuole venire anche lei.
Mi inginocchio davanti alla sua fighetta depilata e mi do da fare. In un baleno raggiunge l’orgasmo, ma mi chiede di continuare.
Così inizio ad insistere fino a farla venire un’altra volta. Un po esauste ci rivestiamo, mi da un bacio e va via. I miei tre giorni di lavoro ad Impieria non erano poi cosi noiosi!
Ragazze di Imperia. Incontri lesbo a Imperia
Credo di non essermi mai mossa dalla città di Imperia. Li sono cresciuta, conosciuto mio marito, e sposata, forse troppo giovane.
Avevo ormai 46 anni, due figli grandicelli e una vita che era andata troppo in fretta. Fin da ragazzina avevo sempre provato strane pulsioni per il mio stesso sesso, ma ripeto, ho conosciuto e sposato mio marito troppo giovane.
A letto era sempre stato appagante, e poi le sue doti e la sua durata non mi facevano desiderare altri uomini. Avevo sempre sognato, però, di avere un rapporto con una donna senza mai ottenerne uno.
Spesso quando facendo sesso con mio marito immaginavo che tra le mie cosce ci stesse una donna, pronta a farmi godere.
Fino a quel momento erano state fantasie. Ma proprio mentre tutto sembra confinato nella mia immaginazione, arriva una nuova vicina.
Veronica, 30 anni, snella, mora e con delle curve mozzafiato. Sentii subito una forte attrazione per lei e feci in modo di diventare sua amica.
La invitavo spesso da me per il caffè, fino a diventare più intime. Un giorno, mi confidò la sua natura sessuale, le piacevano le donne. Sentii un brivido lungo la schiena e a giudicare dal mio sorriso, Veronica capì che la cosa non mi dispiaceva.
Approfittai del solito week end di pesca di mio marito per invitarla a cenare da me. Quella sera indossai un abito molto aderente, nonostante i 46 anni ero uno schianto.
Di proposito non misi intimo per farle vedere meglio i capezzoli. Non appena mi vide si lasciò andare ad una serie di complimenti, tra i quali molto ammiccanti.
Dopo aver mangiato la prima pietanza, si avvicina a me e poggia delicatamente la sua mano sulla mia coscia. La lascio fare e pian piano scopre il mio vestito.
Sempre con delicatezza mi accarezza la figa, ed ero già bagnatissima. Mi chiede se può continuare, ed io che non desideravo altro faccio cenno che deve continuare.
Iniziamo a baciarci in modo passionale mentre mi spalanca le gambe ed inizia una masturbazione vigorosa.
Mi lascio andare, quelle sue mani, il suo modo di baciare mi fanno letteralmente impazzire. Ci spostiamo in camera da letto. Senza nemmeno accorgerci siamo nude.
Veronica mi prende e mi mette a 90 sul letto. Si inginocchia e inizia a leccarmela come non aveva mai fatto nessuno.
Inizio a muovermi accompagnando i colpi della sua lingua, quando senti che sto per venire mi giro a gambe aperte e afferrò con violenza la sua testa e la fiondo sulla mia figa ormai fradicia.
Urlo, urlo di piacere e godimento. Qualcosa di sempre immaginato si stava realizzando e finalmente stavo godendo grazie alla lingua e le mani di una donna. Sarebbe stato il primo di una lunga serie di incontri.
Dopo anni di sentito sesso eterosessuale, avevo esaurito la fantasia, la voglia, la creatività e l’interesse.
Mi serviva qualcosa di nuovo e di esagerato, ma non sapevo proprio come risolvere.
Parlandone con un amico, questo si mise a ridere e mi chiese se fossi disposta a farlo con una donna: -” Una donna?”- chiesi sorpresa -” Ma io sono eterosessuale!”- affermai apparentemente decisa, perchè Maurizio, il mio amico, rise bonariamente e mi disse che nessuno lo metteva in dubbio, l’esperienza con una donna non avrebbe fatto di me una lesbica.
Tentennai, poi chiesi ulteriori informazioni, sicura che avesse qualcosa in mente: mi spiegò che aveva conosciuto questa ragazza, molto giovane ma dal carattere formidabile che amava fare sesso sadomaso.
-“Ah”- dissi io -” Sesso sadomaso: interessante. Chi è e come si chiama?”-.
Maurizio mi spiegò nel dettaglio come avesse conosciuto Nadia e mi diede il suo contatto su Facebook così che potessi rintracciarla.
Appena Maurizio se ne fu andato, entrai nuovamente nel profilo di Lara, la ragazza di cui avevamo parlato: aveva ragione, sembrava proprio interessante. Decisi di mandarle un messaggio e dopo pochi minuti lei rispose salutandomi.
Mi fece subito una buona impressione così senza alcun imbarazzo le spiegai come avevo sentito parlare di lei e perchè la stessi contattando: lei cambiò modo di fare in maniera percettibile, diventando molto interessata a ciò che le stavo dicendo.
Mi disse quindi che era molto interessata al conoscermi ma mi chiese anche se avessi limiti di qualche tipo: ripensai alla mia esperienza sessuale e le dissi che davvero ne avevo molto pochi, benchè non avessi mai provato il sadomaso.
Ci accordammo per vederci l’indomani, in piazza Lodi a Roma, dove abitava: il palazzo era comunissimo ma quando arrivai all’ultimo piano e vidi l’appartamento, mi stupii di trovarlo decorato di rosso e di nero; Lara mi spiegò che anche se poteva apparire bizzarro, serviva a creare la giusta atmosfera, poi mi presentò Michela, un’altra ragazza che avrebbe partecipato al nostro gioco.
Iniziammo col chiacchierare e col bere qualcosa, poi Lara si tolse la sua vestaglia da camera nera per lasciarci ammirare il suo corpetto in lattice lucente e le sue calze a rete in perfetto stile mistress: il suo atteggiamento mutò rispetto al precedente e prese a darci ordini ai quali non potevamo disubbidire; ordinò a Michela di spogliarmi lentamente e le sue mani accesero in me immediatamente un fuoco che sentivo innanzitutto nella zona intima. Lei notò il mio stato d’animo e mi disse di iniziare a toccarla mentre mi denudava.
In breve mi ritrovai a scopare con quella sconosciuta sotto i diretti ordini di quella donna e provare degli orgasmi esagerati ogniqualvolta mi si ordinava di scatenarlo e non più di reprimerlo.
Andammo avanti così per qualche mese prima che Lara si trasferisse altrove.