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Il Racconto Lesbo di Anna

Anna ha lunghi capelli rossi, onde di lava che le corrono sul viso, ampliando il candore della sua pelle.

Il suo corpo è longilineo e femminile, elegante, ma allo stesso tempo esprime una sessualità viva, coinvolgente, senza pudori, senza vergogna.

Ogni lunedì passa la serata sul divano in pelle a guardare film. Anche oggi è lunedì e Anna è sul divano ad osservare lo schermo, ad annoiarsi.

Anna vorrebbe trovarsi da tutt’altra parte, avrebbe ben altre voglie. Prende il cellulare e con sguardo malizioso digita il numero di Francesca, una ragazza dai capelli neri cortissimi e dai seni enormi che aveva conosciuto tre giorni prima in un locale.

La sua canottiera nera è così aderente da lasciare intuire perfettamente la forma dei suoi capezzoli, il suo seno piccolo ma perfetto è un capolavoro di madre natura, mentre aspetta con il cellulare nella mano sinistra, usa la destra per sfiorarsi i seni.

Dopo molti squilli finalmente una risposta:

  • hei… riconosci la mia voce?

Dall’altra parte Francesca stupita le risponde con sorpresa, ma senza alcun imbarazzo:

  • certo.. Anna tu sei una che si sa far riconoscere…
  • Sai cosa stavo facendo? Pensavo alla tua lingua sul mio collo e mi toccavo
  • Hem..ti toccavi dove?
  • Vorrei poter avere le tue tette turgide e giganti tra le mani, ma ho solo le mie, ho molta voglia di te sai? Se chiudo gli occhi posso sentire ancora i brividi sulla schiena per i tuoi baci sul mio clitoride acceso di desiderio. Sei una gran porca, mi hai fatto rimanere in un stato perenne di eccitazione, ho voglia di prenderti per i capelli e di farti leccare le mie cosce, ho voglia di succhiare i tuoi capezzoli…ho voglia…ho voglia…

Dall’altra parte del telefono Francesca non parla più, ansima e basta…ad ogni parola di Anna emette un gemito…

Anna che non indossa mai il reggiseno, odia le costrizioni, odia sentirsi bloccata, alza la canottiera e mentre parla con voce sempre più eccitata a Francesca si tocca il seno immaginando che fosse la mano della bella moretta.

Indossa delle mutandine da bambina e mentre parla sempre più eccitata al telefono inizia a giocherellare con l’elastico degli slip, con la punta dell’indice destro accarezza ogni bordo, nel frattempo allarga piano piano le sue lunghe gambe bianche come il latte. L’indice della sua piccola mano continua a vagare sul suo pube, entra nelle mutande, fa movimenti leggeri.

Francesca con voce tremante le risponde:

  • anche io ho una fottuta voglia di scoparti, di strofinare i miei seni suoi tuoi, adesso voglio che ti infili tre dita dentro e che pensi a quando te le ho infilate io…

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