
Sapevo di essere in qualche modo diversa
Nonostante i miei diciotto anni, non ero ancora stata con un ragazzo e non conoscevo neppure il sapore di un vero bacio.
Non che fossi brutta o che avessi qualche complesso, anzi. I ragazzi si rigiravano quando passavo per la strada e, se solo avessi voluto, al liceo avrei avuto l’imbarazzo nello scegliermi un compagno.
I miei lunghi capelli mori incorniciavano un volto delicato che vedeva due grandi occhi verdi ed un nasino all’insù e in quanto al mio fisico, in molti mi dicevano che avrei potuto posare per dei calendari. In effetti, nuda davanti allo specchio, mi vedevo davvero bella.
Non ero neppure una musona perché amavo divertirmi, stare in compagnia, ridere…tutte cose che una ragazza alla mia età reputa più che normali.
Solo che non mi sentivo attratta dai ragazzi. Uno, per la verità c’era stato quando avevo quindici anni ma avevo sempre rifiutato qualsiasi intimità, perfino di baciarlo sulla bocca. Lui, poi si era scocciato di attendere e la storia era semplicemente terminata senza neppure nascere.
Tutto cambiò all’improvviso quando, all’inizio dell’ultimo anno di scuola, venne una nuova studentessa. Si chiamava Licia e si era trasferita con la madre da poco. Provai per Licia una profonda simpatia sin da subito: quasi fosse una empatia o chissà quale altra cosa. Fu facile e rapido divenire amiche ed iniziare a passare molto tempo insieme.
Ricordo che una volta, Licia mi chiese se potessi dormire con lei perché la madre doveva recarsi fuori città e lei non voleva rimanere sola. Accettai con entusiasmo senza sapere cosa sarebbe accaduto dopo.
Dopo aver mangiato una pizza che avevamo ordinato a domicilio, decidemmo di continuare a parlare dentro il letto fino a quando il sonno non si fosse impadronito di noi.
Licia si spogliò in modo delicato, quasi lentamente come per farsi ammirare.
Ebbi modo di vederle i seni perfetti ed il suo ventre piatto che terminava con la leggera peluria del pube. Iniziai a spogliarmi anch’io e mi ritrovai, con una certa sorpresa, con i miei capezzoli duri come il marmo anche se non faceva freddo.
Le mie viscere stavano ribollendo e certi sudori freddi scendevano lungo alla mia schiena. In bocca un sapore metallico mi stava dominando e provai una forma di forte eccitazione.
Licia si accorse del mio repentino cambiamento di umore e sorrise.
‘Lo sapevo’ disse dolcemente.
‘Sapevi cosa?’ le domandai.
‘Sapevo che ti piacevo perché tu piaci a me e queste cose si sentono in modo inequivocabile’ e così dicendo, allungò le sue mani sui miei seni, giocando con le aureole e titillando i miei caporelli che avevano iniziato a farmi male.
Il suo tocco morbido mi stravolse tutti i sensi e mi allungai sul letto, lasciandola fare. Le sue mani sapientemente scivolarono sul mio pube. Licia, si avvicinò e pose le sue labbra sulle mie che si dischiusero docilmente. La sua mano era penetrata dentro la vagina che si stava bagnando sempre più. La mia mano cercò la sua che aspettava di essere penetrata.
Non so come si svolse il tutto perché è tutto ancora confuso ma so che mi ritrovai capovolta sotto di lei che mi infilava la sua lingua dentro la fica mentre io facevo lo stesso con la sua.
Sono passati dei mesi da allora e finalmente ho capito che mi piace da morire essere lesbica.