Lavoro lesbiche

Ho conosciuto la mia compagna sul lavoro

La prima volta che la vidi ero seduta di fronte alla scrivania. Avevo ventott’anni e lavoravo nel Call Center di un’azienda telefonica. Lei sorrideva al responsabile e guardava noi dipendenti senza soffermarsi su nessuno. Era bellissima. Aveva i capelli lunghi e mossi che le dondolavano sulla schiena mentre camminava, portava pantaloni larghi e una felpa nera con il cappuccio. Quell’abbigliamento finto trasandato rendeva ancora più eccitanti i lineamenti delicati del suo viso.

Più tardi, quel giorno, andai a presentarmi. Lei mi guardò bene in faccia prima di stringermi la mano, come se cercasse di capire qualcosa di me.
“Io sono Carolina” le dissi.
“Laura” disse lei senza togliermi gli occhi di dosso.
Le domandai da dove venisse e perché fosse finita proprio lì. Poi raccolsi un coraggio che non credevo di avere e le chiesi: “ci vieni a prendere una birra con me stasera?”
Non ero per niente sicura che fosse lesbica, sembrava solo una ragazza un po’ ribelle. In ogni caso era troppo bella per me, non so cosa mi spinse a chiederle di uscire.
Lei fece un sorriso un po’ malizioso e rispose: “volentieri.”
Mi sentii morire.

Quella sera ci incontrammo in un locale del centro. In quel periodo frequentavo diversi locali gay ma non me la sentii di portarla in uno di quelli.
Ci sedemmo a un tavolino e bevemmo una birra chiacchierando. Laura era una ragazza alla mano, anche se quando mi guardava negli occhi mi metteva in soggezione.
Continuammo a bere fino a tardi. Era un martedì e il locale si svuotò in fretta. Io mi sentivo un po’ ubriaca e decisa a continuare la serata.
“Abiti in zona?” Mi chiese Laura, come se mi leggesse nel pensiero.
“Qua vicino” risposi.
“Me la offri l’ultima birra?”

Arrivammo davanti al palazzo in cui vivevo e io mi sentivo tesa come una corda di violino. Ultimamente mi era capitato altre volte di tornare a casa con una ragazza appena conosciuta, ma con Laura era diverso.
In ascensore lei mi prese il volto e mi baciò. La sua bocca era calda e sapeva di birra. Iniziammo a toccarci. Laura aveva un corpo meraviglioso.
Quando arrivammo in casa non accesi neanche le luci. Le stanze erano illuminate dai lampioni della strada. Ci gettammo sul divano e lei mi spogliò subito. Il mio corpo non poteva competere con la perfezione di quello di Laura e mi sentivo in imbarazzo, ma lei iniziò a baciarmi i capezzoli, scese fino alla pancia e lentamente arrivò alla mia vagina.
Provai un piacere nuovo, nessuna ragazza era mai riuscita a farmi godere così. Sentivo che a breve sarei venuta e la fermai. Poi la spogliai. Laura aveva i seni piccoli e sodi ed era completamente depilata. I suoi capezzoli avevano un sapore dolce.
Si voltò, mettendosi a quattro zampe sul divano e io vidi il suo sedere perfetto. Lo baciai, lo morsi e lei fece un gemito di piacere. Poi iniziai a leccarla ovunque e lei raggiunse in fretta l’orgasmo. La sua voce che gemeva mi eccitava tantissimo. Poi Laura si alzò e mi chiese se avessi un vibratore. Lo presi e lei iniziò a giocare con me, mentre io le stringevo i capelli, finché raggiunsi l’orgasmo più bello della mia vita.

La mattina dopo, a lavoro, Laura venne da me e mi disse: “ieri sera è stato bello, lo rifacciamo?”
Io mi misi a ridere.
Quella sera ci vedemmo di nuovo a casa mia e facemmo sesso. Continuammo a vederci anche i giorni e i mesi seguenti. Era la prima ragazza di cui non riuscivo proprio a stancarmi. Mi faceva provare emozioni diverse e nuove ogni volta che ci incontravamo e il sesso andava alla grande. Così, Laura è diventata la mia compagna.

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