Me ne sono accorta la prima volta mentre mi stava facendo la pettinatura di prova per un matrimonio. Io ero una delle damigelle e non avevo per nulla voglia di vestirmi come un confetto con i capelli che sembravano una treccia di pane. Non ero ne’ la prima, ma neanche l’ultima delle damigelle da preparare di prova, e le altre erano spazientite, perché Martina ci stava mettendo troppo.
Sentivo le dita che mi scivolavano sul collo, ma non mi rendevo conto di che cosa significasse. C’era un che di lento e rituale nei suo movimenti ed erano privi della meccanicità che aveva avuto fino a poco prima. Era anche più vicina, perché sentivo il respiro che mi arrivava dritto sulla parte scoperta del collo, e mi metteva i brividi.